Tuoni di guerra e lampi di bontà.


TUONI DI GUERRA E LAMPI DI BONTA’.
...spesso in tempi di cattiverie…si diventa più buoni!

PREFAZIONE.

In tempo di guerra, come d’altronde in tutti i periodi difficili, i sentimenti si acutizzano. Il detto: “Il bisogno aguzza l’ingegno.” è senz’altro veritiero. Non solo l’ingegno, però, ma piuttosto anche tutti quei sentimenti che in tempi di ”calma piatta” per solito sonnecchiano….sia nel bene che nel male. Ecco allora far capolino grandi cattiverie, sete di sangue e sprezzo della libertà e della vita altrui, ma anche grandi gesti di bontà e d’altruismo mettendo perfino a repentaglio la propria. Gesti semplici, spontanei, fatti da gente comune e non da quelli che per solito vengono considerati Eroi o addirittura Martiri.
Ecco allora: un maestro di musica, una ragazza ”sfollata”, un prete sportivo, due normalissimi ragazzi di buona famiglia, un anziano ”burlone” mai cresciuto, un “picchiatore” di professione, una sartina scrittrice, una lattaia, un soldato in trincea, che diventano protagonisti della Storia… della Storia dei semplici e degli umili. Fra tanti “tuoni di guerra“ …qualche “lampo di bontà “. Tante storie che quattro vecchi signori raccontano ai loro nipotini in un giorno che….
Storie da leggere in quelle sere un po’ particolari…quando si ha voglia di non star tanto a seguire i programmi scialbi della TV.….al calduccio, davanti al fuoco di un caminetto. Storie da raccontare ai bambini per farli consapevoli che si può essere eroi anche non facendo cose eccezionali, ma unicamente porgendo una mano o dire una parola di conforto a chi, in quel momento ne ha bisogno.

I nonni : Alessio /Billo,
Gaspare /Gasparotto,
Dante /Ciufolo,
Benedetto /Nasone.

I nipoti: Laila, Luca, Matteo, Lauretta

1. S’INCONTRANO NONNI E NIPOTI.

- Mmh! - è il primo suono che esce dalla bocca di Alessio non appena tira il tendone della camera. - Sta a vedere che oggi ci becchiamo un acquazzone….proprio oggi…Mah! Sentiremo gli altri. -
Motivo per cui il vecchio ha emesso quella specie di grugnito è dato dal fatto che da dietro i monti sta uscendo fuori un’alba di fuoco. Un fuoco dapprima rosa, poi fucsia, ora arancione…Bello a vedersi. Da che mondo è mondo “ Rosso di sera, buon tempo si spera!“ Si, ma anche “ Rosso di mattina, la pioggia si avvicina!” o giù di lì. Perché, però, il vecchio Alessio detto “ Billo ” è preoccupato? Facciamo un passo indietro…circa un tre o quattro giorni fa.
Mentre una mattina se ne sta tranquillamente a passeggiare con la sua nipotina ed il suo canetto, all’improvviso un’auto gli si para davanti, come per metterlo sotto. Sta per protestare in qualche modo, ma una testa pelata si affaccia dal finestrino:
- Billo! Vecchio rincoglionito…non riconosci più gli amici? - un attimo di titubanza, tanto per mettere a fuoco e per immaginare i capelli…. sopra quella testa pelata e:
- Gaspare! Gasparotto! Che ti venga un colpo! -
- Ah! No! Non incominciamo con i colpi…che già me ne sono arrivati abbastanza… Viaggio con tre by-pass…-
- Ai caselli autostradali…va liscio come l‘olio! - si sente un’altra voce da dentro l’auto. Billo si abbassa e seduto accanto all’amico vede un bambino legato al sedile come un…salame.
- Ma che gli hai fatto a questo giovanotto? -
- E’ mio nipote. La cintura dell’auto non mi tira più molto e allora le ho fatto fare un doppio giro…-
- Non solo la cintura ”non gli tira più molto”! - si sente la stessa voce di prima.
- Mi sembrava che non era la voce di un bambino. - si accosta al finestrino e sui sedili posteriori vi è un altro bambino con accanto un signore dalla faccia cadaverica con un vestito nero, un baschetto nero e pure gli occhiali neri.
“ Mamma mia che faccia da beccamorto” fa Alessio fra sé e sé.
- Devo levare gli occhiali per farmi riconoscere? - e così dicendo se li toglie. -
- Ciufolo! Anche tu? Ma come mai questa rimpatriata? - Intanto Gasparotto ha accostato la macchina e comincia a sciogliere il nipotino. Esce ed esce anche Dante, detto Ciufolo, dagli sportelli posteriori, anch’egli accompagnato da un bambino.
- Ci siamo presi una vacanza. E’ da tempo che non tornavamo al “paesello”. I bambini erano piccolini… ora sono abbastanza grandicelli, è ora che conoscano i luoghi dove i loro nonni hanno giocato spensierati nel periodo dell‘infanzia. -
- Avete con voi tutta la famiglia? -
- No, solo noi, le mogli e i bambini…i nipotini. -
- Quelli dell’età di mezzo hanno il lavoro…non possono lasciare per tre settimane di seguito. -
- Vi fermate tre settimane? -
- Si, vacanze lunghe…senza tante rotture, vero ragazzi? - I due bambini annuiscono visibilmente soddisfatti. - Ma chi è questa signorina? -
- E’ la mia nipotina…una delle mie nipotine, la più piccola. -
- Quanti anni ha? -
- Sei. Ha appena finito la Prima Elementare… -
- Anche loro! Si vede che i nostri figlioli ci hanno “preso la misura”….tutti -
- Anche Nasone…Vi ricordate Nasone? Anche lui ha una nipotina che va a scuola con lei…- e indicando la bambina - Lei è Laila. -
- Loro sono Luca e Matteo… Come gli Evangelisti. -
- Bene. Ora che ci siamo ritrovati…Ma voi a Torino abitate vicini? -
- Abbiamo lavorato in fabbrica sempre insieme e le nostre abitazioni sono ad un tiro di schioppo…-
- Che cos’è lo schioppo. - chiede uno dei bambini.
- Vedete il paesello? Sono appena rientrato ed ho detto schioppo…a Torino avrei detto fucile. - e rivolgendosi al piccolo curioso - Lo schioppo è il fucile -
- Avviso anche Nasone che siete tornati…anzi, se ci fate salire…abita ad un paio di chilometri…-
- Siamo in sei…oltre al canetto…non è che ci fanno contravvenzione …-
- Chi? Mica siamo a Torino. E poi, che sei e sei! I tre bambini fanno per uno…Tobia me lo metto tra le gambe….il tragitto è breve, il tempo di salire e scendere. - I bambini si stringono e quasi si ammucchiano.
Trovano Benedetto, ma pochi lo conoscono per nome…detto da sempre Nasone tutto intento ad annaffiare i pomodori.
- Naso’ se ti vedono le guardie che annaffi i pomodori “ti salutano”…- gli fa Billo uscendo dall’auto.
- E’ acqua del pozzo mio…-
- Guarda chi è venuto a trovarci…- un po’ a fatica scendono tutti dall’auto. Si squadrano a vicenda da capo a piedi e poi
- Gasparotto, Ciufolo….-
- Nasone! Come stai bene! -
- E’ perché non mi fermo un minuto…Ancora lavoro come un giovanotto…-
- Lavorare fa bene! - aggiunge Billo.
- Certo! Voi qui al paese, però, siete fortunati. Tutti avete un fazzoletto di terra per divertirvi, un campetto, un orto… Si fa presto a fare sera quando tutto il giorno ti trastulli a tirar su pomodori, insalata, frutta,ecc… E poi andate per asparagi, funghi, cicorietta campagnola…-
- Zitto! Non me la nominare! - lo interrompe Ciufolo Ho una voglia di farne una mangiata…anche se poi mi fa correre al bagno! In città un pensionato che si mette a fare? Ci dedichiamo un po’ al volontariato, vero Gaspa? Ma per il resto…La fatica più grande è portare a spasso questi mocciosi…- e indica i bambini. Nel frattempo sul pianerottolo del casolare di campagna è apparsa un’altra bambina.
- Eccola Lauretta! - fa nonno Alessio non appena la vede e intanto Laila corre su per le scale per raggiungerla seguita dai due ragazzini di città un po’ frastornati per questo tuffo in un ambiente a loro prima sconosciuto. I quattro fraternizzano immediatamente. I bambini fanno così….
- Si fermano una ventina di giorni…Avremo modo di stare un po’ insieme…-
- Come un po’? Staremo sempre insieme…noi e anche questi giovanotti di città che della vita di campagna non sanno niente…dei nostri poveri giochi, dei luoghi che frequentavamo…quello che combinavamo! -
- A me sta bene. - fa Billo.
- Anche a me…ne ho di tempo…anzi qualche lavoretto leggero nell’orto lo facciamo fare anche ai piccoli…vedrai come si divertono! -
- A noi va bene! - fanno quasi all’unisono i piccoli.
- Dove alloggiate? -
- All’Agriturismo della Torre…-
- Quella vecchia torre…l’hanno restaurata i figli del povero Mimmo… vi ricordate di Mimmo? -
- Hai voglia! Se n’è andato troppo presto…-
- Se era ancora vivo faceva parte del gruppo…-
- Sua moglie, la vedova ci ha mandato un pieghevole pubblicitario e allora, presi dalla nostalgia abbiamo organizzato questa vacanza. -
In quel primo incontro parlarono un po’ del più e del meno, le bambine portarono gli amichetti a vedere tutti gli animali di quella casa di campagna e quindi se ne tornarono ognuno per la sua strada proponendosi di rivedersi il giorno dopo.

2. LA SOSTA OBBLIGATA.

Il giorno successivo, ma anche quelli a seguire, come di proposito, cercano di trascorrerli tutti insieme.
Rimisero a fuoco vecchi ricordi un po’ a fatica e spesso con pareri assai discordanti. Raccontarono le loro avventure ai bambini, cercarono di mostrar loro con che cosa si divertivano da piccoli poi una sera qualcuno lanciò la proposta di fare una bella scampagnata nei boschi, tutto il giorno, zaino in spalla e portandosi il pranzo a sacco arrivare fino al Santuario della Madonna della Valle…in cima al Monte.
- Se sta su di un monte perché si chiama Madonna della Valle? - volle obiettare uno di quei due bambini di città….molto precisino. Nessuno dei nonni gli seppe rispondere con precisione. Chi disse che si trovava in una vallata…su di un monte, chi invece attribuiva il nome al fatto che in quelle zone già vi era una Madonna del Monte…un vecchio monastero con annessa una chiesina, ora solo rovine tra le quali si è sempre detto …che c’era nascosta una pigna di monete d’oro… Più di uno era andato a scavare….solo di giorno, però, poiché di notte arrivava la “Paura”…Pare fosse proprio quella la sua residenza notturna! I bambini si mostrano interessati a questa strana storia, ma i quattro anziani, almeno per ora non hanno tanta smania di approfondire l’argomento.
- Verrà il momento dei racconti!- aveva voluto tagliar corto il Billo….chissà, forse presagendo qualcosa… Riguardo la Madonna della Valle si limitarono a dir loro che quella era la metà preferita per le loro scampagnate e scorribande giovanili… Maschietti e femminucce…che quando loro decidevano di recarsi da soli a far pellegrinaggio presso questo Santuario, i loro genitori si mostravano accondiscendenti e non si opponevano affatto. Poi una volta lassù, devozione per la Madonna a parte, “come andava, andava…”
Presa questa decisione, l’appuntamento era proprio per questa mattina, ma a vedere l’alba rossiccia, il tempo non sembra promettere nulla di buono. “Ormai abbiamo preparato tutto” borbotta fra sé e sé il vecchio Alessio. “Possibile che voglia prenderci un acquazzone? Porteremo gli ombrelli e poi nell’eventualità cercheremo di fare il tragitto più lungo, piuttosto che attraverso il bosco. Lungo quello c’è qualche casolare abbandonato, quelle capanne costruite alla meglio per permettere agli animali allo stato brado di ripararsi…Dalla parte della costa ci sono anche un paio di caverne…in una addirittura, quella detta “dei Partigiani”, c’è perfino una vena d’acqua sorgiva freschissima…” Dicendo così, fra sé e sé, intanto si reca a svegliare la sua nipotina.
- Sveglia…che gli altri sono già pronti…svelta! - E’ un modo di dire e di fare degli anziani che cercano di mettere sempre fretta ai loro nipotini. Molto probabilmente anche gli altri staranno dicendo le stesse cose ai loro.
Tempo un’oretta e tutti e otto si ritrovano ad iniziare la strada in salita che li porterà in cima al monte. Entrano ed escono da boschi di querce e di conifere popolati da cento profumi e cento suoni. Il tempo sembra mantenere. Benché ancora presto comincia a far caldo…un po’ per la stagione un po’ per la fatica. Quell’entrare nell’ombra del bosco procura loro non poco refrigerio. I bambini, curiosi, chiedono in continuazione e spesso i loro nonni, per rispondere devono fermarsi un po’ a riprender fiato.
- Vedete là, su quella costa? Dietro quella specie di “sassarone” c’è una grossa grotta…Un bel rifugio per chi, stanco o accaldato, cerca un po’ d’ombra…o perché, magari, è colto da un improvviso temporale…-
- Come toccherà a noi oggi…-
- O Ciufolo! Che ti metti a fare il menagramo? -
- Che colpa ne ho io se il cielo si sta riempiendo di nuvolacce…a pecorelle, poi…-
- Cielo a pecorelle, acqua a catinelle! -
- Dai! Mettitici anche tu….- effettivamente il cielo si sta leggermente abbuiando.
- Coraggio che fra mezz’ora siamo alla Chiesa. Lì, almeno, dovesse piovere, ci ripareremo.
- Ho fame! - fa Laila rivolta al nonno.
- Ti sei appena mangiata un panino con il prosciutto! -
- Come “appena”? Quasi due ore fa…-
- A camminare viene fame. - interviene Gasparotto a difesa della piccola.
- Ancora un poco e vedrete che bel piazzale erboso davanti al Santuario. Sembra un campo di calcio. Allora apriremo i sacchi e ci mangeremo tutto.
Intanto, durante il viaggio, i vecchi nonni, a turno, avevano raccontato aneddoti, storielle, racconti… gli scherzi e i dispetti che si erano fatti quando da piccoli si erano portati su questo monte. I giochi che facevano sul grande piazzale erboso…E poi, un po’ più grandicelli, anche i primi approcci amorosi…
- Io non mi ricordo bene, - fa nonno Alessio rivolgendosi alla nipotina - Ma mi pare che con tua nonna abbiamo cominciato ad “abbracciarci” proprio durante uno di quei giorni in cui eravamo venuti quassù. -
- Abbracciati e…anche baciati? - chiede lei curiosa.
- Ma certo! Ci volevamo molto bene. -
- Ed ora? - insiste la piccola.
- Più di allora! Ma non stare tanto a dirglielo. -
E’ vero, quel piazzale verde intenso che circonda la chiesa è molto invitante…a farci quattro capriole. I bambini non hanno bisogno che qualcuno li sproni e ci si buttano a capofitto.
- Proprio come facevamo noi non appena uscivamo, allo scoperto, dal bosco. -
certifica Gasparotto
- Mi ci butterei anch’io! - azzarda Nasone.
Il tempo però sta peggiorando sempre più e allora il vecchio Alessio si porta verso la chiesa, prima e verso una porticina dalla parte del campanile. Torna indietro sbracciando.
- Accidenti è tutto chiuso! Non abbiamo modo di ripararci…-
- Aspettiamo pochi minuti e poi vediamo…- cerca di intervenire uno dei bambini di città che evidentemente non è tanto pratico di “cielo che si rabbuia”.
- Il tempo potrebbe anche”girare”, ma è meglio non rischiare…Se stavo da solo non avevo problemi, tentavo, ma con voi bambini…E chi la vuole sentire vostra madre! - Intanto comunque Nasone si tira giù dalle spalle un grosso zaino militare. Comincia a tirar fuori degli attrezzi strani…che sembrano giocattoli.
- Naso, non ti mettere a tirar fuori niente….si parte, si torna indietro. - lo incalza Ciufolo.
Il tempo sta veramente rabbuiando e allora in fretta e furia decidono che forse è meglio non trattenersi oltre.
- Tagliando da sotto forse riusciremo a raggiungere una della grotte prima che il temporale raggiunga noi….via, via. -
- Peccato! Potevamo giocare un po’ insieme su questo bel prato…- Nasone in fretta e furia rimette a posto quei giochi che aveva preparato. Alcuni di quelli che facevano loro da piccoli. Giochi semplici, fatti con materiale povero: legnetti, canne, erba, ruzzole…una zainata di mercanzia…Altro che videogiochi o giochetti elettronici!
- Forse non pioverà, ma è meglio prendere la strada del ritorno. Siete stanchi?-
- Ho fame! - ripete Laila.
- Anch’io! - le fa eco Lauretta. I due ragazzini di città invece sembrano resistere di più.
- Stanchi? Se non lo siete voi che siete vecchi. - fa drastico il nipote di Ciufolo. I quattro non si scompongono. L’altro giovanottello affonda ancor più la lama.
- Perché, non è vero che siete vecchi? - allora Lauretta sfoggiando quella saggezza tipica della gente di campagna cerca di prendere le loro difese con un paio di frasi un po’ crude che ha sentito dire tante volte:
- Loro intanto ci sono arrivati….e ricordiamoci che muoiono più agnelli che pecore…-
Una breve preghiera rivolti verso il Santuario e quindi malvolentieri si apprestano a ripartire. All’inizio del ritorno solo un po’ di oscuramento del cielo con un lieve venticello che quasi, quasi fa anche piacere. A mezzogiorno, in agosto il sole si fa sentire…anche se è nascosto dietro le nuvole. Attraversano il primo tratto di bosco dalla parte sotto e presi dal chiacchiericcio non si accorgono di un certo rumore sulle cime degli alberi. Non appena escono sulla radura, però…
- Miseria ladra! Comincia a piovere! -
- Io ho l’ombrello! - fa Alessio.
- Anch’io! - gli fa eco Nasone.
- Io no! -
- Io no! - i due amici cittadini.
- E perché non l’avete preso? -
- E perché non ci avete detto di prenderlo? -
- Che citrulli metropolitani! Vi siete proprio scordati di come ci si comporta in campagna… al paesello vero? Non vi ricordate più quante corse ci hanno fatto fare da piccoli gli improvvisi acquazzoni estivi, eh? -
- Nonno, che facciamo? - si preoccupa uno dei bambini.
- Niente! - non può che rispondere Gasparotto al nipote impaurito e preoccupato. - Prendiamo l’acqua…finchè non arriviamo ad un qualcosa che possa ripararci…-
- I due ombrelli prendeteli voi bambini…mettetevi in coppia. Noi “vecchi”, come dite voi, abbiamo la pelle dura…Hai voglia prima che l’acqua arriva alle ossa…-
I bambini un po’ mortificati prendono gli ombrelli e si mettono in coppia… guarda caso, un maschietto ed una femminuccia… un altro maschietto e un’altra femminuccia…
- Dai che ci bagniamo poco…tagliamo di qua…ci allontaniamo dal bosco che gli alberi attirano i fulmini e poi prendiamo la scorciatoia per il Sassarone e la grotta…tempo tre minuti e siamo arrivati. -
- Eccola laggiù infatti….se non sbaglio…-
- Non sbagli. Allunghiamo il passo.
Cominciano a cadere goccioloni sempre più fitti, ma prima ancora di trasformarsi in pioggia torrenziale, si ritrovano dinnanzi all’ingresso di quella grande grotta in parte ricoperta dalla vegetazione. Appena il tempo di allargare un po’ i cespugli per poter entrare ed ecco scatenarsi il finimondo.
- Giusto in tempo! Che fortuna! - Una luce accecante ed un forte scoppio sono il segnale che un fulmine si è abbattuto nel bosco, non lontano da lì.
- Altro che i “mortaretti” di fine anno! - cerca di scherzarci su nonno Ciufolo vedendo i bambini un po’ preoccupati.