Quel confine...
"...l'esile striscia tra il sogno e la realtà..."
Prefazione.
Un vecchio signore si ritrova suo malgrado a subire una violenza tra le più infami: un sequestro di persona. Durante questo periodo si vede privato delle cose più care o anche semplicemente delle più comuni che comunque caratterizzavano il senso della sua esistenza.
E’ difficile assuefarsi alla nuova situazione e allora in lui comincia a prender vita uno stato di “cosciente incoscienza” che lo porta ad affrontare la realtà come se si trattasse di un sogno. Contemporaneamente si aggrappa ai sogni quasi come a scambiarli per cose reali. Fatto strano, in ambo i casi, seppur inconsciamente si trova a suo agio.
I sogni devono essere l’essenza della vita! Sognare, sempre sognare! Verrà forse il momento in cui si dovranno mettere da parte, ma provarci non costa niente, poiché non si potrebbe più avere tempo per vederli realizzati!
Da tutto ciò il più semplice degli insegnamenti : “Che stiate dormendo o siate ben svegli, non smettete mai di sognare perché a volte i sogni…..”
1. IL RITORNO.
Non riesco ad aprire gli occhi. Se provo a farlo avverto un grande bruciore come di chi ha insistentemente fissato il sole. Sento che mi si stanno formando delle lacrime. Attraverso gli occhi chiusi però, percepisco delle zone d’ombra che si alternano a momenti di luce. Tanto movimento. Ho la sensazione di correre su un qualcosa con le ruote. Tutte queste grida, questo accavallarsi di voci… voci concitate, nervose… curiose. Ma che mi sta succedendo? Dove sto andando? Con chi?
Tutto ciò però, stranamente è come se mi riportasse a quella realtà che mi manca da tempo. Un mese? Sei mesi? Un anno? Di più? No, di più non credo! Ecco, malgrado sia messo in questo modo, mi si sta parando innanzi quella realtà fatta di lavoro, di famiglia, di amici, di soddisfazioni, di arrabbiature… Tutte cose a cui per un periodo non ho pensato….Mi sono venute a mancare di colpo. Nella mente hanno subito un effetto come di…dissolvenza… Come a volte si vede nelle scene di qualche film… Sono stato forse protagonista di un film?
Ma che cos’è tutto questo casino? La corsa forsennata su questo strano mezzo di locomozione si arresta…finalmente! Sono tutto scombussolato. Oh! E’ sparita anche tutta quella confusione attorno a me.
Qualcuno mi prende di peso e mi trasferisce su un qualcosa di più comodo…Un letto? Ah! Ora mi ricordo come è fatto un letto…come si sta bene su un letto! Mi viene in mente anche che ultimamente chissà per quale motivo… Ultimamente per modo di dire…cioè prima che mi fosse accaduto tutto questo, il letto non mi attraeva più di tanto. Giusto quel tanto per dormirci qualche ora… l’essenziale. La poltrona è tutta un’altra cosa…o la sedia a dondolo. Quante “pennichelle”! Quanti sogni…anche ad occhi aperti o socchiusi… Quella sedia a dondolo che mi ricordo grandissima e comodissima….Un “regalissimo” dei miei figlioli… I miei figli…una delle poche cose che mai sono andate in dissolvenza….e mia moglie…
Sento una mano che si posa sulla mia fronte. Mi sembra una mano che conosco anche se da tempo… Che sia la mano di…Cerco di aprire gli occhi, ma una luce fortissima e quel bruciore me li fanno chiudere di nuovo….e serrare ancor di più.
Una voce normale finalmente! Ma certo, è la sua voce…Quanto mi fa piacere risentirla…
- Fa fatica ad aprire gli occhi…non si potrebbe spegnere questo faro in alto e magari accendere una luce di servizio…di notte? -
Di servizio, di notte? Comincio a rendermi conto dove mi trovo. Ora attraverso le palpebre chiuse avverto l’abbassamento di luce. Ancora una voce di donna…non la sua…Che sta dando ordini perché si prepari una camomilla. Una camomilla? Ma non serve ad agevolare il sonno?
- Ma che camomilla! - fino ad ora non avevo proferito parola - Non se ne parla neanche! Di tutto ho voglia meno che di dormire…ora! Ma poi arriva il chiarimento.
- La camomilla sfiamma meglio di qualsiasi altro farmaco…le faremo degli impacchi agli occhi…li puliremo con la camomilla calda…-
- Come ti senti? - si, è proprio la voce di mia moglie. Ha sentito che ho parlato e allora vuol cominciare a… L’unica cosa che mi viene in mente di rispondergli in quel momento.
- Ho la barba lunga… -
- La taglieremo…non ti preoccupare! Per il resto come ti senti? -
- Tu che dici? -
- Non lo so…-
- Sto bene…almeno penso di star bene…se non altro nel morale…-
- Sei diventato pelle e ossa…-
- Ultimamente avevo messo su qualche chilo di troppo…Avevo bisogno di fare una dieta forte…seria, altro quelle che via via hai fatto tu…Perdite di soldi, si, ma in quanto a chili…La mia invece…vedi? E’ risultata molto efficace. -
- Sempre spiritoso…vero? - di nuovo sento la sua mano sulla fronte. Sto per chiederle : “ E i ragazzi?”, ma all’improvviso una voce molto autoritaria:
- Tutti gli estranei fuori…anzi fuori tutti…anche lei signora, dobbiamo visitare accuratamente il paziente…-
- No! Lei no! - mi viene spontaneo di protestare
- E’ meglio di si, invece - e rivolgendosi a lei - Per il suo bene…mi creda. -
Sento che la mano si solleva alla mia fronte… Per il mio bene? In che senso? Il dottore, perché senz’altro si tratta di un dottore sento che mi si avvicina e in qualche modo cerca di rispondere al mio interrogativo.
- Ho visto dove l’hanno segregato tutto questo tempo…un pertugio di due metri per quattro cinque circa….e cosa più allucinante la sua altezza…da un metro ad un metro e mezzo massimo…si ricorda? - Si che ricordavo…
- Non ho mai potuto mettermi in piedi…sempre in ginocchio o accucciato…ma con difficoltà sempre maggiore man mano che passava il tempo. Comincio ad avere una certa età…Facevo sempre più fatica a muovermi e sempre più dolori…dappertutto…-
- Appunto! La spina dorsale, le vertebre, i legamenti…Non voglio metterle apprensione, ma dobbiamo aspettarci di tutto. Meglio vedercela fra noi, per il momento, non le sembra? Poi provvederemo a far consapevoli i familiari…-
Che bravo questo dottore…la sa lunga…e la sa anche dir bene!
- Vediamocela fra noi. - acconsento.
Nel frattempo una voce che, ad “orecchio“, dovrebbe appartenere ad una ragazza molto carina…di queste cose me ne intendo…
- Arriva la camomilla! - poco dopo sento che con un qualcosa, forse un batuffolo di ovatta, comincia a pulirmi gli occhi.
- Faccia piano che forse anche agli occhi potrebbero esserci dei problemi… Trecento giorni al buio…-
- Trecento giorni? -
- Adesso non dobbiamo parlare di questo. Ora bisogna pensare al corpo. Dobbiamo vedere di quali cure immediate ha bisogno…Ha fame? - Se immaginasse che neanche so più cosa s’intende per fame…
- Non ho fame! -
- Quell’intruglio che le abbiamo dato non appena lo abbiamo tirato fuori avrebbe potuto far passare la fame ad una manata di giovanottoni…lei se l’è trangugiato giù tutto da solo…-
- E’ vero, ricordo…che schifezza! -
- Poi ora ha la flebo…- Già, anche questo è vero…avverto infatti un certo doloretto al polso. Quasi mi impedisce di stringere la mano.
Intanto il dottore mi sta rovistando in tutto il corpo e ogni tanto mi chiede:
- Le fa male qui? Ora? Qui invece? - a volte rispondo “si“, a volte “un po“, raramente “no“! Mi sta assalendo però una certa spossatezza. Non ho più voglia di rispondere forse con il nutrimento, nella flebo mi stanno propinando anche un po’ di “torpore”! Il dottore se ne accorge. Anche quella voce dolce, quella ragazza carina che sta finendo di pulirmi gli occhi se ne accorge.
- Ha sonno? -
- Si. -
- E allora dorma…E’ meglio se per ora non apre gli occhi…facciamo agire la camomilla…-
- Si, dorma. - le fa eco il dottore. Per il momento posso anticiparle che non ho trovato nulla di particolarmente grave. Domani faremo visite un po’ più approfondite, ma per ora… il suo fisico sembra abbia retto bene…-
- Ho avuto sempre un “fisicaccio”! -
- Bene! Abbiamo tutto il tempo per verificare…gli altri possono attendere - “ Gli altri chi? “ vorrei chiedere, ma percepisco che le parole non mi escono dalla bocca…sto crollando! Nell’appisolarmi mi sembra di avvertire una puzza tremenda…un qualcosa con cui convivo da tempo, tanto da non farci più caso…Ma perché ora sta venendo a galla e si fa sentire in tutta la sua veemenza?
2. IL RISVEGLIO.
Non so quanto ho dormito. Quella puzza che ho avvertito ieri sera prima di addormentarmi è ancora presente…indomita! Nel raprire gli occhi… Accidenti! Ho aperto gli occhi e non provo alcun fastidio…. nè dolore. Per forza, sono immerso nel buio più totale… o quasi. Hanno fatto un oscuramento completo. Solo una piccola luce blu in un angolo, schermata peraltro, e alcune lucette verdi e rosse su dei macchinari accanto al mio letto che si accendono, si spengono, saltellano e si corrono dietro come se seguissero un ritmo dato da un maestro di musica con la sua bacchetta. A dir la verità mi danno più fastidio quelle che quell’alone blu nell’angolo.
Finisco di spalancare gli occhi e piano piano, nel buio riesco a distinguere tutto alla perfezione. Mica sarò diventato un gatto? Ho la conferma della sera prima…mi trovo in una stanza di ospedale. Che pace! Mi va di pensare un po’. Ma perché la gente ogni tanto non si mette su una poltrona, in un posto silenzioso e si mette a… pensare?
Non so quanto ho dormito…o meglio, quanto mi hanno fatto dormire. Non lo so di preciso, ma ad occhio credo che sia durato molto. Mi pare di aver fatto tanti sogni, ma “vattelappesca” quali e di che genere…Se non me li ricordo si vede che non erano sogni importanti. Ho sempre misurato la lunghezza del sonno in base alla quantità di sogni fatti. Anzi, in quel buco dal quale ora mi hanno tirato fuori, non avendo orologio e non potendomi regolare con la luce… di rado la notte aprivano una specie di portellone…misuravo i tempi di dormita anche così. Sonni brevi, anche perché i maledetti con una scusa o l’altra me li
interrompevano sempre con i loro urlacci da bestie…. Ora da una fessura della finestra è riuscita ad entrare, sottile, ma prepotente, una lama di luce…Un raggio di sole…
bello… però gli occhi mi si richiudono da soli, automaticamente. Un altro fascio di luce ora sta invadendo la stanza…. Qualcuno ha iniziato ad aprire la porta. Serro ancor più gli occhi.
- Dorme? - sento qualcuno dal di fuori.
- No, sto sveglio. - la voce di quel dottore della sera prima:
- Accomodatevi, ma senza accendere la luce. Potrebbe ancora disturbargli la vista.
- Mi disturba! - confermo. Dalle voci riconosco coloro che sono appena entrati. Mia moglie ed i miei figli…quattro. Chissà se sentiranno anche loro questa puzza?
- Allora, vecchio? -
- Come va? -
- Ti vediamo molto meglio di ieri sera. - le voci dei miei tre ragazzi.
- Io invece non vi vedo per niente. Chiudete la porta che entra troppa luce. Fate un po’ buio come prima che sto meglio…Ah! Ecco, ora vi intravvedo. -
- Noi invece non vediamo niente - è la voce della mia piccolina…sempre irrequieta…credevo non ci fosse…
- Meglio così! Credo di non essere un bello spettacolo a vedersi. -
- Che puzza! - si, è proprio la sua voce…ora la vedo anche bene. E’ Lilla, l’ultima dei miei rampolli. Logicamente la più viziata…quella sempre con la “puzzetta” sotto il naso appunto!- Tu ce l’hai sempre la puzza sotto il naso!
-Voi non la sentite? - Silenzio. Gli altri se anche la sentono hanno la delicatezza di non andar tanto a sottigliare…Comunque chi tace acconsente. Ecco di nuovo la voce del dottore:
- Ieri sera abbiamo preferito dargli un calmante per farlo dormire e riposare. Ormai sono quasi ventiquattro ore che dorme…-
- Ventiquattro ore? Ma siete matti? Mai successo ! - mi ribello. Istintivamente guardo verso quella lama di luce che entrava dalla fessura della finestra. Non c’è più. E’ di nuovo notte…e quello doveva essere uno degli ultimi raggi del tramonto… - Mai dormito ventiquattro ore di seguito -
- E invece la faremo riposare ancora stanotte. Domattina cominceremo a “farci belli”…bagno, barba, capelli…profumo…-
- Bravi! Che ce n’è proprio bisogno! - nella penombra riesco a vedere che Momo, il mio figliolo più grande da una spintarella a Lilla che aveva voluto ancora metter bocca.
- Cominceremo a fare delle visite. Esamineremo tutti i dati e vedremo se è il caso di concedere un colloquio ai magistrati…e qualche intervista ai giornali…-
- Nientemeno! Che ora sono diventato un attore? -
- Ora si! Anche di più! - Ora vedo chiaramente i contorni dei visi e le sagome di tutti : Momo, Nino, Ciccio, Lilla… il bel viso di mia moglie…il dottore. Un bel ragazzo…anzi un bell’uomo.
- Ah, bene! Ci siete tutti…e in Azienda chi ci avete lasciato, allora? -
- Non pensare all’Azienda…ora. - mi fa un po’ risolutiva mia moglie.
- E i bambini dove sono? -
- Non ci è sembrato il caso di portarli, conciato come sei…-
- No! No! Giusto, prima voglio assomigliare di nuovo a quello che ero prima. -
- Comunque ti salutano. -
- Mi vedete dimagrito? -
- Non vediamo nulla! - ecco che ritorna la voce di Lilla - E’ troppo buio! -
- E’ vero! Dottore, se mi procura un paio di occhiali da sole…poi forse potrete fare più luce. -
- Prova. - mi fa Ciccio passandomi i suoi. Li inforco.
- Ora provate ad accendere la luce grande -
- No! Prima la porta…da fuori la luce è meno diretta. - la porta si spalanca.
- Fastidi? -
- No. - vedo seduti fuori nel corridoio, due carabinieri. “Avranno qualcuno dell’Arma che sta male.” penso fra me e me.
- Provate un po’ ad aprire la luce. - la grossa plafoniera quadrata s‘illumina. Con gli occhiali non provo più alcun fastidio….ma la puzza…Accidenti! Si fa sentire anche con gli occhiali da sole… Non voglio giurarci, ma mi è sembrato che qualcuno di loro di tanto in tanto storcesse vistosamente il naso….come per scacciarla.
- Dottore mi posso alzare un po’ in piedi? Non mi ricordo più quanto tempo è che non ci sto. - Due dei miei ragazzi cercano di aiutarmi…per fortuna! Le gambe non mi reggono e se non ci fossero loro cadrei come una pera cotta.
- Miseria! - interviene il dottore - I muscoli delle gambe hanno perso la loro consistenza. Sono diventati di “carne qualunque” e non muscoli robusti tanto da sostenere il corpo…Dovremo andare in bicicletta…-
- Si! Al Giro d’Italia! - quella mia improvvisa mancanza riguardo le gambe mi fa ripensare per un attimo a quel posto dove mi avevano tenuto segregato. Una specie di grotta alta poco più di un metro…più che grotta un anfratto, un buco stretto e lungo. Mi ha dato sempre la sensazione di essere un fiume sotterraneo…di quelli in cui l’acqua sparisce all’improvviso nel terreno per poi ricomparire di botto…più a valle. Ricordo chiaramente che in fondo c’era una specie di scalino abbastanza largo…mi ci potevo sistemare bene per fare “ i miei bisogni” e poi un buio precipizio non tanto grande…non so quanto fondo potesse essere… Quando ho provato ad urlarci dentro ho potuto sentire un forte rimbombo. Qualcosa di pericoloso ed anche i miei carcerieri con fare burbero, mi si vollero raccomandare ” Attenti, laggiù, a non finire nel precipizio!” Neanche il pensiero! Ma forse era un po’ stretto per finirci dentro…Un qualcosa come le famose ”Foibe”, nel Carso…un simile… Dal fondo veniva su quotidianamente un venticello,
a volte fastidioso, ma in certi momenti di caldo, assai salutare…Beh! Proprio salutare no, poiché si portava appresso anche un po’ di puzza. Per forza! I miei bisogni fisiologici, gli avanzi di cibo…buttavo tutto là dentro, nel baratro…e poi l’umidità, la muffa…
- Vi sono mancato? .-
- Tu che dici? -
- Per il fatto dei soldi senz’altro! Quanto tempo sono stato “in ferie“? -
- Trecento giorni circa…-
- E come avete fatto a tirare avanti? In ogni forma di prelievo doveva comparire anche la mia firma…-
- Non è il momento di parlare di queste stupidaggini…- interviene mia moglie.
- Ah! Stupidaggini! E da quanto in qua i soldi sono stupidaggini? -
Che strano! Mi ritrovavo a dare un valore al denaro, mentre
durante il periodo di prigionia non gliene davo più affatto….Anzi mi ricordavo della sua esistenza solamente quando qualcuno di quelli infami mi aggrediva col fatto del riscatto. “ Prega Dio che i tuoi riescano a sbrigliare la matassa, altrimenti in questo buco ti tocca fare la fine del sorcio!” Non ho mai potuto sapere che fine abbia fatto il sorcio in quel buco…
- Avevamo, ognuno di noi, un piccolo, personale gruzzolo da parte…c’è servito per il minimo indispensabile…
- Abbiamo tirato la cinghia…che ti credi?
- L’azienda non si è fermata, anzi gli operai, le maestranze si sono mostrati molto solidali e mai come in questo momento si sono buttati a capofitto nel lavoro…
- Niente finte malattie, niente certificati, niente permessi. Solo lavoro…e giù, a testa bassa. -
Il ragioniere ha provveduto a sistemare la contabilità…dare, avere, spese… nulla di extra è stato toccato dal fondo dell’Azienda. -
- La mia politica è stata sempre quella di rispettare chi lavorava per me. Sempre trattati con coscienza e comprensione…e se ne sono ricordati…-
- Tutto è filato liscio. -
- Allora posso anche tornare a farmi sequestrare di nuovo? -
- In un certo senso diciamo che non è più tanto necessaria la tua presenza….
- Puoi tranquillamente metterti a riposo. -
- Siamo in quattro…-
- Prego! In cinque…- interviene allora mia moglie.
- Siamo in cinque, perdiana! Riusciremo in qualche modo a portare avanti quello che tu facevi da solo, no? -
Almeno per un periodo…Finchè non ti sarai rimesso in forze. - non riesco a percepire se tutti questi discorsi li fanno solo per “il mio bene”oppure…per il loro…
- Ne parleremo in seguito… anche perché mi pare che ora mi stia assalendo una certa spossatezza. Se continuo ad oziare così non mi ci rimetto di sicuro in forze. - poi rivolgendomi al dottore - Ma come, dottore, ho dormito ventiquattro ore ed ora mi sta venendo sonno di nuovo? -
- Un po’ è la stanchezza accumulata e un po’ sono i farmaci tranquillanti…-
- Che porcherie mi avete dato? Mi avete drogato…- sento che gli occhi mi si stanno chiudendo -
- Ora saluti tutti e torni a dormire. Ordina il dottore. - in trenta secondi saluto tutti e torno a dormire.
Iscriviti a:
Post (Atom)